mercoledì 3 agosto 2011
Delucidazioni sui confettoni giganti
Prima di dover subire 4 matrimoni in meno di 10 mesi si può dire che fossi ferma alla preistoria del confetto. Ero rimasta ai classici con la mandorla (che non mi piacevano ma in mancanza d'altro li divoravo comunque), quelli al cioccolato (purtroppo non sempre fantastici) e quelli al finocchietto dei battesimi.
Con il primo matrimonio mi si è aperto un mondo. Leggermente ubriaca mi aggiravo tra i tavoli del buffet cercando di schivare parenti vari quando mi trovo davanti una meraviglia: un tavolo pieno di vasi di vetro contenenti questi confettoni. Ogni vaso aveva il suo cartellino: pistacchio, cocco, ricotta e pere, fragola, tiramisù, pesca, caffè…
Da buona genovese la mia prima reazione è stata di scetticismo: saranno la solita porcheria?! Bah, assaggiamo…
Oh deliziosa delizia e incanto. Era piacere impiacentito e divenuto… confetto?
Un'assoluta e guduriosa porcheria.
Il problema è la seconda nuova usanza: il sacchetto di organza accanto da riempire per portarseli via. Premettendo che la moderazione non è il mio forte, al quarto ed ultimo matrimonio in un momento di distrazione generale ne ho riempito 2 sacchetti. E visto che Dio li fa e poi li accoppia, tornando a casa il mio ragazzo mi ha mostrato tutto fiero il suo bottino, e così ci siamo ritrovati quasi un kg di confettoni colorati e deliziosi… Da mettere OVVIAMENTE sottochiave!
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